giovedì 10 gennaio 2013

Incipit

Kunta Kinte: chi è? Un personaggio di un romanzo storico basato su fatti reali, di Alex Haley, lo scrittore statunitense che narrò le “Radici” (così è il titolo del romanzo) della propria famiglia, estirpata dall'Africa nera nella seconda metà del diciottesimo secolo e portata a forza nel “nuovo mondo”, che gli uomini bianchi che provenivano dall'Europa stavano costruendo in America.
Kunta è nato libero, ma un giorno degli “alieni” con una pelle di un altro colore lo hanno reso schiavo.
Lui non concepiva l'idea che qualcuno potesse obbligarlo ad indossare catene che gli impedivano il libero uso del corpo, come la natura gli concesse dalla nascita, non sospettava minimamente che qualcuno potesse mai portarlo via dalla sua terra. Ma così accadde.
Lui provò in mille modi a distruggere le catene, ma non appena ci riusciva veniva preso e di nuovo incatenato. Scappava, ma veniva ripreso dai suoi aguzzini con la pelle bianca. Quello che per lui era il suo corpo, l'incarnazione del proprio se', per i bianchi era merce da vendere e da far lavorare in piantagioni di cotone.
Kunta era nato libero, sapeva di essere un uomo libero, ma dovette vivere da schiavo, procreare da schiavo, morire da schiavo. Su Eroi come lui fu fondata quella che noi oggi chiamiamo “America”, gli Stati Uniti d'America.

Questo blog non si occupa delle ingiustizie subite dai neri afro-americani nel corso degli ultimi secoli.
A dire il vero non si vorrebbe nemmeno occupare di ingiustizie in generale, perchè le “ingiustizie” non esistono se non si è schiavi.
Oggi, qui, nessuno crede di essere schiavo, ma tutti (o quasi) vedono ingiustizie attorno a se'.
Ci si crede liberi solo perchè non si indossano pesanti catene che costringono mani e piedi, ma ci si lamenta perchè ci si crede costretti a subire ingiustizie, che, come catene, ci impediscono di sentirci liberi.
Come gli schiavi, come Kunta, ripetiamo tutti i giorni gli stessi gesti perchè noi stessi ci sentiamo “costretti” a farlo, o perchè non sappiamo spezzare queste pesanti, invisibili catene.
Siamo schiavi, per lo più ignari della nostra condizione.

Oggi Kunta Kinte è tornato. Dalle imperscrutabili nebbie del non-tempo, la sua Anima è tornata a camminare su questa terra. Non cercate il suo volto, non lo riconoscereste. Non è più un nero africano, non indossa più catene a mani e piedi.
E' tornato perchè vuole ricominciare da dove aveva lasciato, per tornare ad essere ciò che è.
E' rinato da schiavo per ridiventare Uomo Libero.
Oggi ha capito che le catene non sono quelle che legano mani e piedi, ma sono nascoste dentro le profonde pieghe della mente. Nella nostra mente.
Kunta vuole strappare queste catene, distruggerle una volta per tutte.

Né torri di pietra, né mura di ottone battuto, né celle senz'aria, né possenti catene di ferro,
possono rinchiudere la Forza dello Spirito” - William Shakespeare.

Questo blog nasce con l'intento di migliorare l'umore di chi lo legge, ma anche un sorriso andrà benissimo. Grazie!!!

Marco Bertelli

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