venerdì 28 luglio 2023

FILOSOFIA DEL LANZICHENECCO (perchè LANZICHENECCOSOFIA suona un po' troppo "proustiano")

 

 
 
Il famoso Filosofo/Esoterista G.I. Gurdjieff (1876/1949) sosteneva che l'essere umano è una creatura che si regge sull'energia; non intendendo con ciò la forza sviluppata da una possente massa muscolare che non tutti possono vantare.
Parlava di quell'energia più "sottile" (eterica) che, invisibile all'occhio dell'umano ordinario, circonda e sostiene il corpo e la mente e ne permette, in buona sostanza, la vita.
Sosteneva Gurdjieff che l'accumulo o la dispersione di suddetta energia condiziona la qualità della salute, e quindi dell'armonicità dell'esistenza del corpo umano durante la sua peregrinazione terrestre.
Cosa più importante: l'energia si può accumulare o trasmettere in vari modi; più frequentemente attraverso interazioni emotive con altri esseri umani, ma anche con animali o con la natura (sottoforma ad esempio di luoghi, paesaggi e via dicendo), e non esiste, secondo il Filosofo, differenza tra "energia buona" ed "energia cattiva".
Capita a tutti di sentirsi stanchi senza apparente motivo. Capita a tutti di sentirsi un po' tristi senza che sia sucesso nulla di particolarmente grave.
Gurdjieff riteneva che ciò fosse dovuto al calo di energia vitale, e quando questo capitava a lui, per ovviare all'inconveniente provvedeva ad accumulare energia anche in modi alquanto bizzarri: si racconta che, durante il suo lungo periodo trascorso a Parigi, quando sentiva il bisogno di "accumulare", prendesse la sua autovettura e di notte andasse in quartieri popolosi e dormienti della capitale francese suonando all'impazzata il clacson, con grande disappunto della brava gente che veniva sbalzata giù dal letto dal frastuono assordante proveniente dalla vettura del Gurdjieff.
Gli innumerevoli improperi, maledizioni e gli svariati lanci di oggetti dalle finestre delle case, per il Filosofo erano letteralmente "carburante eterico", fonte di nuova energia da incorporare e utilizzare: un toccasana per la sua salute fisica ed emotiva.
Ovviamente, la scienza moderna, almeno ufficialmente, non tiene conto delle teorie un po' strampalate di un pazzerello filosofuccio Armeno, per cui i suoi libri sono catalogati tra i "reperti esoterici", tenuti lontano dalle aule accademiche e relegati su scaffali di librerie "di nicchia". Suddetti scaffali, ad ogni modo, da un po' di anni sono speciale terreno di caccia per i cosiddetti "mental coach", i quali, sempre avidi di nuove idee e teorie da riversare nelle menti dei loro facoltosi ma infelici clienti, trovano qui materiale prezioso per la propria "arte".
Evidentemente, anche il "mental coach" del non più ignorato "asso del giornalismo" John Elkann (volete che un personaggio così "proustiano" si privi del supporto di un mental coach...?) deve aver individuato nella "tecnica Gurdjieff" la chiave giusta per rimpolpare di novella energia il suo scarico "proustiano" cliente.
Come spiegare diversamente la pubblicazione di un articolo così banale, privo di contenuti, arido di umanità e sciocco?
Un signore attempato che esibisce abbigliamenti ricercati, stilografiche di gran pregio, libri coltissimi, giornali finanziari e finanziati (il supplemento "culturale" di Repubblica, oltre ad essere un ossimoro, si configura anche come pacchiana "marchetta" e stona moltissimo con Proust, tra l'altro), sale in treno (first class, parbleu!!!) e si accorge di essere, per età, il veterano del vagone. E sedendosi per sorte avversa fianco a fianco con eccitatissimi giovanotti nordici da lui subito eletti a "lanzichenecchi"; così da lui apostrofati oltre che per il volgare conversare, per il loro vestiario di una moda assai diversa dalla sua, ma comunque assai costosa (siamo in first class, parbleu!!!).
Allibisce, l'attempato in abito di lino blu, per il fatto che i suddetti "lanzi" si ingegnino in svariati modi per procurarsi compagnia femminile (essendo essi maschi, è evidente la loro arretratezza rispetto ai fluidi tempi moderni, il che rimpingua la loro "lanzichenecchitudine").
Vieppiù allibisce, il "gentleman", per l'inspiegabile fatto che il treno nel suo recarsi da Napoli a Foggia, transiti per le amene località di Caserta e Benevento (in questo rigoroso ordine, eh?). Beh, forse il fido mental coach non si occupa di geografia o è straniero.
E per finire, arrivato a Foggia, dopo aver tirato fuori e rimesso in valigia libri, giornali, taccuini, stilografiche per un numero indefinito di volte, mentre osservava il paesaggio, udiva e studiava con tanta perizia lanzichenecchi e altri passeggeri (lui possiede la facoltà di fare tutte queste cose durante un viaggio contemporaneamente, parbleu!!!), gli tocca l'umiliazione più grande: nessuno tra lanzichenecchi e altra fauna viaggiatrice, si degna di salutarlo. Nessuno, dico nessuno, si è accorto di lui, come non fosse mai salito su quel treno.
Addirittura, pare che tutti i lanzichenecchi sbarcati dal treno a Foggia negli ultimi dieci giorni, interrogati dalle forze dell'ordine occupatesi con solerzia del "caso Elkann", abbiano negato di aver mai visto alcun signore attempato in abito di lino blu completo di stilografiche di pregio, taccuino, libri e giornali al seguito.
Anzi, hanno persino negato con forza e sotto giuramento (la mano destra sulla Bibbia e la sinistra sull'Iphone) di essere essi stessi "lanzichenecchi".
Il caso Elkann, per le forze dell'ordine, la magistratura e il sant'uffizio è chiuso.
L'umiliato signore attempato in lino blu, tuttavia, si è dichiarato soddisfatto subito dopo la ridda di polemiche innescata dall'articolo "generosamente pubblicato" e lui, con rinnovata energia, se ne è tornato da Foggia in aereo (first class, parbleu!!!).
Purtroppo il suo mental coach non gli aveva consigliato lo stesso mezzo per l'andata.... mah.
Ma il caso rimane ancora aperto sui giornali e sui social networks, dove tutto può essere reale, perfino la "lanzicheneccosofia".  
 
Marco Bertelli 
 
 

 

sabato 22 luglio 2023

"IGNAVO CHI METTE IL LIKE E CONDIVIDE" (Caio Giulio Cesare - "De bello gallico" - I sec. a.C.)

 

 
 
Già nel gennaio scorso, il pessimo ministro Sangiuliano l'aveva sparata grossa riguardo al Sommo Poeta, definendolo l'ispiratore del pensiero "di destra" (senza per altro spiegare cosa voglia dire "di destra"); e a poco valsero i vari "inviti alla prudenza di giudizio" e "dietro front" di alcuni meglio istruiti intellettuali della sua stessa sponda politica (ammesso che attualmente esistano in parlamento altre sponde).
Oggi, però, mi sembra che si cominci ad esagerare.
Passino le sparate propagandistiche e un tantino "superficiali" (generosissimo eufemismo) di qualcuno assetato di consensi, ma sconvolgere, mistificare, falsificare e offendere il Pensiero e l'Opera del Sommo Padre, questo proprio NO!!!
La foto qui sotto, che pare essere tratta da una delle famosissime illustrazioni di Gustave Doré, è ormai diventato su fb un "meme" (si dice così): un "meme" tossico, aggiungerei io, contenente velenosissime falsità. Questi ne sono i principali motivi:
- La frase tra virgolette ("l'angolo più oscuro dell'inferno.." ecc.) non è mai stata pronunciata da Dante (se mi si deve smentire mi si citino le fonti reali) e di sicuro non possono far parte (come invece cita falsamente l'autore di questa idiozia) della Divina Commedia, Poema che, lo sappia chi ha virgolettato le suddette scempiaggini, è composto da un totale di 14233 endecasillabi rigorosamente in rima.
- Chi sono gli "ignavi"? Non certo quelli che giacciono a terra nel ritratto usato nel "meme" ( che somiglierebbero di più agli appartenenti al limbo nel IV canto). Dante li ritrae così:
"E io, che riguardai, vidi una 'nsegna
che girando correva tanto ratta,
che d'ogne posa mi parea indegna;
e dietro le venìa sì lunga tratta
di gente ch'io non averei creduto
che morte tanta n'avesse disfatta." - Inferno III (52/57)
Gli ignavi, come dice chiaramente Dante, sono i moltissimi che corrono dietro a quell'insegna che carpisce la loro "assente volontà" e che li mena in giro ovunque, senza meta. Gli ignavi, in pratica, sono quelli che credono a tutto quello che dicono gli altri senza chiedersi perchè e senza sapere dove vengono portati.
Il simbolismo dell'insegna è comprensibile facilmente, se riportato ai giorni nostri, vedendo quanti seguono "la 'nsegna" che menano in giro i vari mass-media, social network e politici da quattro soldi che credono che Dante sia "di destra", quando studiosi ben più istruiti di loro, già nei secoli scorsi, definivano Dante "Rivoluzionario, eretico e socialista" ( leggasi Aroux e Rossetti, quest'ultimo contribuì al Risorgimento e quindi alla nascita dell'Italia, dove oggi indegni ministri infangano il di lui pensiero).
Falsificare, mistificare, offendere; questo sembra il compito di chi "produce" questi "meme" assurdi.
"Cui prodest?" direbbero i latini.
A chi giova che venga diffusa l'ignoranza, la falsità, la facile stupidità?
A chi giova fare sì che le menti si appiattiscano, che le persone accettino una qualsiasi frase virgolettata come "vera" senza chiedersi se lo è veramente?
Ma, soprattutto, perchè ci sono sempre più ignavi che corrono dietro a queste "insegne" senza chiedersi dove accidenti vanno?
Io dico che i tre anni scorsi forniscono parecchie risposte a queste banali domande, ma vedendo il continuo moltiplicarsi di ignavi e da buon mantovano, come Virgilio, Maestro di Dante, non posso far altro che pensare
"Fama di loro il mondo esser non lassa,
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa."
Il Sommo Poeta Inferno III (49/51)
 
P.S.: Se fosse vera la citazione del meme, sarebbe verissima anche la citazione che ho messo nel titolo 

Marco Bertelli