Il famoso Filosofo/Esoterista G.I. Gurdjieff (1876/1949) sosteneva che l'essere umano è una creatura che si regge sull'energia; non intendendo con ciò la forza sviluppata da una possente massa muscolare che non tutti possono vantare.
Parlava di quell'energia più "sottile" (eterica) che, invisibile all'occhio dell'umano ordinario, circonda e sostiene il corpo e la mente e ne permette, in buona sostanza, la vita.
Sosteneva Gurdjieff che l'accumulo o la dispersione di suddetta energia condiziona la qualità della salute, e quindi dell'armonicità dell'esistenza del corpo umano durante la sua peregrinazione terrestre.
Cosa più importante: l'energia si può accumulare o trasmettere in vari modi; più frequentemente attraverso interazioni emotive con altri esseri umani, ma anche con animali o con la natura (sottoforma ad esempio di luoghi, paesaggi e via dicendo), e non esiste, secondo il Filosofo, differenza tra "energia buona" ed "energia cattiva".
Capita a tutti di sentirsi stanchi senza apparente motivo. Capita a tutti di sentirsi un po' tristi senza che sia sucesso nulla di particolarmente grave.
Gurdjieff riteneva che ciò fosse dovuto al calo di energia vitale, e quando questo capitava a lui, per ovviare all'inconveniente provvedeva ad accumulare energia anche in modi alquanto bizzarri: si racconta che, durante il suo lungo periodo trascorso a Parigi, quando sentiva il bisogno di "accumulare", prendesse la sua autovettura e di notte andasse in quartieri popolosi e dormienti della capitale francese suonando all'impazzata il clacson, con grande disappunto della brava gente che veniva sbalzata giù dal letto dal frastuono assordante proveniente dalla vettura del Gurdjieff.
Gli innumerevoli improperi, maledizioni e gli svariati lanci di oggetti dalle finestre delle case, per il Filosofo erano letteralmente "carburante eterico", fonte di nuova energia da incorporare e utilizzare: un toccasana per la sua salute fisica ed emotiva.
Ovviamente, la scienza moderna, almeno ufficialmente, non tiene conto delle teorie un po' strampalate di un pazzerello filosofuccio Armeno, per cui i suoi libri sono catalogati tra i "reperti esoterici", tenuti lontano dalle aule accademiche e relegati su scaffali di librerie "di nicchia". Suddetti scaffali, ad ogni modo, da un po' di anni sono speciale terreno di caccia per i cosiddetti "mental coach", i quali, sempre avidi di nuove idee e teorie da riversare nelle menti dei loro facoltosi ma infelici clienti, trovano qui materiale prezioso per la propria "arte".
Evidentemente, anche il "mental coach" del non più ignorato "asso del giornalismo" John Elkann (volete che un personaggio così "proustiano" si privi del supporto di un mental coach...?) deve aver individuato nella "tecnica Gurdjieff" la chiave giusta per rimpolpare di novella energia il suo scarico "proustiano" cliente.
Come spiegare diversamente la pubblicazione di un articolo così banale, privo di contenuti, arido di umanità e sciocco?
Un signore attempato che esibisce abbigliamenti ricercati, stilografiche di gran pregio, libri coltissimi, giornali finanziari e finanziati (il supplemento "culturale" di Repubblica, oltre ad essere un ossimoro, si configura anche come pacchiana "marchetta" e stona moltissimo con Proust, tra l'altro), sale in treno (first class, parbleu!!!) e si accorge di essere, per età, il veterano del vagone. E sedendosi per sorte avversa fianco a fianco con eccitatissimi giovanotti nordici da lui subito eletti a "lanzichenecchi"; così da lui apostrofati oltre che per il volgare conversare, per il loro vestiario di una moda assai diversa dalla sua, ma comunque assai costosa (siamo in first class, parbleu!!!).
Allibisce, l'attempato in abito di lino blu, per il fatto che i suddetti "lanzi" si ingegnino in svariati modi per procurarsi compagnia femminile (essendo essi maschi, è evidente la loro arretratezza rispetto ai fluidi tempi moderni, il che rimpingua la loro "lanzichenecchitudine").
Vieppiù allibisce, il "gentleman", per l'inspiegabile fatto che il treno nel suo recarsi da Napoli a Foggia, transiti per le amene località di Caserta e Benevento (in questo rigoroso ordine, eh?). Beh, forse il fido mental coach non si occupa di geografia o è straniero.
E per finire, arrivato a Foggia, dopo aver tirato fuori e rimesso in valigia libri, giornali, taccuini, stilografiche per un numero indefinito di volte, mentre osservava il paesaggio, udiva e studiava con tanta perizia lanzichenecchi e altri passeggeri (lui possiede la facoltà di fare tutte queste cose durante un viaggio contemporaneamente, parbleu!!!), gli tocca l'umiliazione più grande: nessuno tra lanzichenecchi e altra fauna viaggiatrice, si degna di salutarlo. Nessuno, dico nessuno, si è accorto di lui, come non fosse mai salito su quel treno.
Addirittura, pare che tutti i lanzichenecchi sbarcati dal treno a Foggia negli ultimi dieci giorni, interrogati dalle forze dell'ordine occupatesi con solerzia del "caso Elkann", abbiano negato di aver mai visto alcun signore attempato in abito di lino blu completo di stilografiche di pregio, taccuino, libri e giornali al seguito.
Anzi, hanno persino negato con forza e sotto giuramento (la mano destra sulla Bibbia e la sinistra sull'Iphone) di essere essi stessi "lanzichenecchi".
Il caso Elkann, per le forze dell'ordine, la magistratura e il sant'uffizio è chiuso.
L'umiliato signore attempato in lino blu, tuttavia, si è dichiarato soddisfatto subito dopo la ridda di polemiche innescata dall'articolo "generosamente pubblicato" e lui, con rinnovata energia, se ne è tornato da Foggia in aereo (first class, parbleu!!!).
Purtroppo il suo mental coach non gli aveva consigliato lo stesso mezzo per l'andata.... mah.
Ma il caso rimane ancora aperto sui giornali e sui social networks, dove tutto può essere reale, perfino la "lanzicheneccosofia".
Marco Bertelli