venerdì 24 dicembre 2021

I Camminatori Alieni



Bologna, la città vicino alla quale vivo, si trova ai limiti della pianura Padana e a ridosso di colli che preannunciano l'Appennino. Il più famoso dei colli bolognesi è forse quello di S.Luca, quanto meno è il più accessibile per chi vuole anche per un attimo evadere dalla frenesia e dai rumori assordanti del traffico che affumica le belle e antiche strade cittadine. Così, sono molti quelli che si cimentano nella salita aspra e lunga che conduce al santuario che sovrasta quel colle, anticamente meta di devoti pellegrini mentre oggi luogo di arrivo di apparenti atleti dediti al mantenimento della forma fisica. E' bello: si sale con fatica, si arriva, si prende fiato respirando aria sicuramente meno inquinata, si contempla il panorama e poi si torna giù verso la città; il fisico ne trae giovamento, senza dubbio, e anch'io, spesso, mi cimento per quel cammino. Quello che quasi nessuno fa, però, una volta arrivati in cima, è avventurarsi per le pendici opposte del colle. E' strano notare il deserto oltre il santuario, come se dopo questo non esistesse che il nulla. Invece una strada che prosegue e scollina dall'altra parte c'è. Anzi, a percorrerla si direbbe che "il nulla", il "deserto", te li sei lasciati alle spalle; e questo non perchè non si incontrino più tracce di "civiltà" umana da lì in poi, ma piuttosto perchè ci si trova di fronte a qualcosa di diverso dalla "civiltà" che ci si è appena lasciati alle spalle. Gli umani (qui molto meno numerosi) hanno un atteggiamento diverso rispetto ai consimili che non hanno scollinato ritenendo sufficientemente gratificanti le loro "atletiche imprese": si muovono più lentamente, non hanno respiri affannosi, osservano con cura e interesse il paesaggio della vallata sottostante e spesso, apparentemente senza motivo, sorridono, anche in completa solitudine. Quando li incroci nel cammino, ti guardano e ti salutano. Cosa sorprendente per chi è avvezzo al camminare frenetico del centro città (aggiungerei di qualsiasi città). Non sembrano morfologicamente diversi dagli altri, giurerei che sono umani come tutti gli altri abitanti del posto, e come loro hanno vite "normali" quando discendono da quel colle.
Eppure, le prime volte che li incontri ti vien da pensare che ti salutano perchè ti hanno confuso con qualcun altro; può capitare, certo, ma quando succede tre, quattro, cinque volte di seguito, e con individui diversi, sei costretto a riconoscere che quei passanti sono in preda a violenti attacchi di gentilezza, e ne hai la conferma quando ti accorgi di una loro vaga espressione ironica notando un certo stupore nel tuo rispondere al loro saluto.
Violenti attacchi di gentilezza: quale ne può essere la causa?
Si potrebbe trattare di una confraternita segreta di camminatori alieni.
Oppure è l'aria più pura di quel luogo, dove passano più stelle comete che auto, che contiene qualche sostanza strana che diffonde germi di una strana epidemia.
Non sono ancora stato capace di individuarne le cause, ma non ritengo che sia fondamentale farlo, visto che non credo che ci sia da preoccuparsi molto delle cose che ti fanno stare meglio, come la gentilezza.
Mi sforzerei di più, piuttosto, a diffondere "la setta dei camminatori alieni" anche ai piedi del colle, dove c'è carenza di gentilezza. 

Marco Bertelli 




giovedì 11 novembre 2021

Diverso

 

 
 
Sotto il greve cielo autunnale
si assopisce la Terra, 
devastata nelle viscere,
deprivata del suo Verde,
immemore dei suoi Frutti. 
 
Nuovi semi ha ricevuto: sono quelli che il suo seminatore ha pensato,
indifferente al desiderio dell'obbediente Madre.
E' così che la superficie della Terra si turba nelle umane vestigia. 
 
La Madre sta sotto,
fremente delle proprie infinite Forze,
ansiosa di donarle,
mai stanca di gridarle,
a chi non sa ascoltare.
 
Conosce il Tempo e non porta rancore.

Perchè sa.
Sa quando il seme è diverso;
sa quando chi semina è diverso.
Sa che “diverso è colui che semina da colui che raccoglie”.
 
E questo le dà Vita.


Marco Bertelli