Avevo dormito troppo, o bevuto troppo
poca acqua, chissà.
A creder tutto ciò grave fatica, ben
so, mi si farà.
Però quel giorno, grasso di carnevale,
tutto mi sembrava fuor che invernale.
Non sol l'umani, ma anche Natura s'era
travestita,
tal che il cònsono inverno parea
estate smarrita;
ornata, sì com'era, del Sol i raggi e
a fior agghindata,
dall'emisfer di Rio me la credei
emigrata
fin qua giù per ammirar tenzone,
come s'usa, delle maschere al veglione,
ove scherzar è d'uopo, e far di sé
gran mostra
assai è caro a chi fa rotar giostra
su cui salir di troppi è l'ambizione,
per cui al disìo valga consolazione
pe'l popol, che i soli pochi eletti,
da lui sien designati e non a lui
dispetti.
Qui al popolo convien democrazia,
non certo sommission pacata e ria
e se a tenzon di maschera tu non puoi
gareggiare
il giusto eletto tuo con fida speme
potrai tifare.
Così, l'abiti più sgargianti fur
cuciti
per quei ch'eran di tasca i più
forniti,
visi posticci a posticci visi
sovrapposti
che qual dei due non so, piacean
nascosti
Però tutti di gran lusso
s'atteggiavano
fin anco colà ove in favella marcivano
anzi, un di lor di questo fece gran
dileggio
a quei ch'azzardavan meglio al peggio
“A carneval, si sa, vince lo scherzo
chi serio si fa, al massimo vien terzo
quindi il primato non lo si può negare
a chi lo mal parlar vuol sventolare”
E il popol tutto rise di gran cuore
e tal maschera coprì di grande onore.
Avea ei sì ben colto lo spirto della
festa
che il dì seguente non prese ceneri in
testa,
ed ei, cui la maschera non fu tolta,
di essa s'invaghì e della gente molta,
che non si diede pensier alcun di
scontentare,
tenendo sua favella ben volgare.
Chi sa maneggiar folle lo sa e vanta
del suo conoscer ben la folla tanta,
che viene lusingata e mai si desta
quando lusinghe nel sogno suo fanno
festa.
Così, senza considerar tributo che
pagar deve
a sua mercè stessa, la folla mangia e
beve
dal piatto e calice che gli vien porto
non discernendo mai se a ragion o a
torto,
chè ha avuto ciò che vuole
nuovo cibo, non parole,
quelle non son nutrimento
ma illusorio stordimento.
Carneval or è tutto l'anno
senza frode senz'inganno,
qual sia la maschera che tiene
quel poter che va e che viene.
“Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come
bruti,
ma per seguir virtute e
canoscenza”
Dante – Inferno XXVI
Marco Bertelli