Kunta Kinte: chi è? Un personaggio di
un romanzo storico basato su fatti reali, di Alex Haley, lo scrittore
statunitense che narrò le “Radici” (così è il titolo del
romanzo) della propria famiglia, estirpata dall'Africa nera nella
seconda metà del diciottesimo secolo e portata a forza nel “nuovo
mondo”, che gli uomini bianchi che provenivano dall'Europa stavano
costruendo in America.
Kunta è nato libero, ma un giorno
degli “alieni” con una pelle di un altro colore lo hanno reso
schiavo.
Lui non concepiva l'idea che qualcuno
potesse obbligarlo ad indossare catene che gli impedivano il libero
uso del corpo, come la natura gli concesse dalla nascita, non
sospettava minimamente che qualcuno potesse mai portarlo via dalla
sua terra. Ma così accadde.
Lui provò in mille modi a distruggere
le catene, ma non appena ci riusciva veniva preso e di nuovo
incatenato. Scappava, ma veniva ripreso dai suoi aguzzini con la
pelle bianca. Quello che per lui era il suo corpo, l'incarnazione del
proprio se', per i bianchi era merce da vendere e da far lavorare in
piantagioni di cotone.
Kunta era nato libero, sapeva di essere
un uomo libero, ma dovette vivere da schiavo, procreare da schiavo,
morire da schiavo. Su Eroi come lui fu fondata quella che noi oggi
chiamiamo “America”, gli Stati Uniti d'America.
Questo blog non si occupa delle
ingiustizie subite dai neri afro-americani nel corso degli ultimi
secoli.
A dire il vero non si vorrebbe nemmeno
occupare di ingiustizie in generale, perchè le “ingiustizie” non
esistono se non si è schiavi.
Oggi, qui, nessuno crede di essere
schiavo, ma tutti (o quasi) vedono ingiustizie attorno a se'.
Ci si crede liberi solo perchè non si
indossano pesanti catene che costringono mani e piedi, ma ci si
lamenta perchè ci si crede costretti a subire ingiustizie, che, come
catene, ci impediscono di sentirci liberi.
Come gli schiavi, come Kunta, ripetiamo
tutti i giorni gli stessi gesti perchè noi stessi ci sentiamo
“costretti” a farlo, o perchè non sappiamo spezzare queste
pesanti, invisibili catene.
Siamo schiavi, per lo più ignari della
nostra condizione.
Oggi Kunta Kinte è tornato. Dalle
imperscrutabili nebbie del non-tempo, la sua Anima è tornata a
camminare su questa terra. Non cercate il suo volto, non lo
riconoscereste. Non è più un nero africano, non indossa più catene
a mani e piedi.
E' tornato perchè vuole ricominciare
da dove aveva lasciato, per tornare ad essere ciò che è.
E' rinato da schiavo per ridiventare
Uomo Libero.
Oggi ha capito che le catene non sono
quelle che legano mani e piedi, ma sono nascoste dentro le profonde
pieghe della mente. Nella nostra mente.
Kunta vuole strappare queste catene,
distruggerle una volta per tutte.
“Né torri di pietra, né mura di
ottone battuto, né celle senz'aria, né possenti catene di ferro,
possono rinchiudere la Forza dello
Spirito” - William Shakespeare.
Questo blog nasce con l'intento di
migliorare l'umore di chi lo legge, ma anche un sorriso andrà
benissimo. Grazie!!!
Marco Bertelli
Io leggerò i tuoi post :)
RispondiEliminaUn abbraccio Marco!
Valeria
Grazie!!!!! :)
EliminaBuon lavoro Marco, e considerami al tuo fianco!
RispondiEliminaGrazie Michele!!!!
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