“Il boia serrò la mordacchia, trapassando la lingua al condannato perchè non emettesse più voce. Quel gesto consegnò alla storia un'immagine che avrebbe rappresentato per l'eternità il simbolo dell'intolleranza di pensiero, zittendo per sempre un profeta: Giordano Bruno
[…]
Quella mordacchia è come se
l'avesse portata per tutta la vita. Dalle aule di Oxford a quelle
della Sorbona, dalle corti di Parigi e Londra alle carceri
dell'inquisizione veneta e romana, ogni volta che cercava di gridare
le sue verità, di bocca non gli uscivano parole ma sangue”.
Guido del Giudice – La coincidenza degli opposti – (2005)
Una mordacchia materiale sul patibolo, serrata nella bocca di chi la
mordacchia, seppur virtuale, l'aveva sopportata già; per quasi
un'intera esistenza.
Una mordacchia per impedirmi il Verbo, a dispetto di quella Legge che
dice che “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e
Dio era il Verbo”, che io rispettavo e che anche loro avrebbero
dovuto osservare.
Eppure, un tempo, ero uno di loro e a quel tempo potevo parlare; la
cosa strana è che io, a quel tempo, più che al parlare ero
interessato allo studiare.
Leggevo le parole che mi facevano leggere, e mi è capitato anche di
leggere parole che loro avrebbero preferito che non leggessi, quindi
dovevo leggere di nascosto.
Così, a furia di leggere, ho scoperto che le cose che c'erano da
sapere erano molto più vaste delle cose che, secondo loro, avrebbero
dovuto essere sapute. Tanto che, alla fine, ho realizzato che tale
vastità non poteva che essere Divina; e come una città edificata
sulla vetta di un monte, non poteva essere espugnata, né rimanere
nascosta.
E' così che ho cominciato a “parlare”; e ho continuato, a
dispetto delle mordacchie che i miei inseguitori tentavano di
serrarmi in bocca per tutti gli angoli del mondo, finchè è stata la
loro paura che ha parlato e mi ha chiamato “Eretico”.
Alla fine, assieme al boia, quella mordacchia l'hanno serrata per
davvero, convinti di avermi sconfitto.
Ma mentre loro hanno continuato ad incarnarsi nei secoli seguenti, a
violare Leggi, a nascondere verità e a seminare paure per garantirsi
il loro potere che anche oggi temono così febbrilmente di perdere,
io aleggio incessantemente su di loro col mio spirito, assaporando il
tempo in cui il vento del risveglio devierà il flusso delle fiamme
che mi hanno arso e brucerà non più gli “Eretici” ma le
mordacchie.
"Laudati sieno gli dei, e magnificata da tutti viventi la infinita, semplicissima, unissima, altissima et absolutissima causa, principio et uno".
A Giordano Bruno, nel 423° anniversario del rogo.
Marco Bertelli