"Ahi Pisa, vituperio delle genti
del bel paese là dove 'l sì suona"
Il Sommo Poeta - Inferno XXXIII (79/80)
Dante colpisce sempre; questa volta solo di striscio, perchè i pisani stavolta non hanno colpe, ma solo lividi, contusioni e traumi guaribili in non si sa quali tempi (oltre al danno fisico di non trascurabile entità per qualcuno, c'è anche il danno morale, per tutti).
Già, perchè se Dante ha colpito solo di striscio, c'è stato "qualcuno" che ha colpito preciso e duro il "bersaglio", con le modalità cui erano adusi gli squadristi di mussoliniana memoria. Ed è curioso constatare come a colpire siano stati coloro che avrebbero avuto il dovere di tutelare l'incolumità dei pacifici manifestanti, in questo caso ragazzi, studenti poco più che adolescenti, che pacificamente disarmati gridavano le loro idee, le quali idee, a loro volta, sono (o meglio dovrebbero essere) costituzionalmente tutelate.
Ovunque si grida allo sdegno: le autorità cittadine, le istituzioni scolastiche, persino il presidente della repubblica (pensate!) hanno esternato biasimo, esecrazione, addirittura orrore.
Più prudenti i mass media e gli organi di stampa, i quali, a un paio di giorni dai fatti, hanno già fatto scivolare la notizia assai più in basso fra i loro titoloni, dove la fa da padrone il "gossip" (politico o "di costume" che sia, non fa molta differenza per i giornalai).
Una domanda: possiamo dire che è la prima volta che innocui manifestanti vengono assaltati e malmenati dalle forze dell'ordine in assetto da "guerriglia"? Se rispondete affermativamente, significa che avete la memoria un po' corta, oppure non avete ben chiaro il concetto di "libertà di pensiero": basterebbe infatti tornare con la mente ai fatti di Trieste risalenti a poco più di due anni fa, quando pacifici portuali che manifestarono legalmente (se la Costituzione non è una barzelletta) contro inusitati (e fascisti) "obblighi sanitari", vennero presi d'assalto a colpi di idrante sempre dalle stesse "istituzioni" che avrebbero dovuto tutelarli.
Intendiamoci, il diritto a manifestare, in questo Paese, è tuttora tutelato, vedansi i numerosi cortei organizzati da sindacati, associazioni per la multiculturalità, la multirazzialità e la multisessualità, che per fortuna scorrazzano indisturbati e graditi sia per le vie di ogni italica città che per le colonne dei giornaleschi titoloni.
Insomma, pare che esista ancora la possibilità di manifestare le proprie idee, qui in Italia.
Pare, appunto: è il verbo esatto per definire una situazione non ben definita: perchè, a quanto pare, non tutte le idee sono esenti da percosse "autorizzate", perchè qualcuno o "qualcosa" che autorizza queste becere violenze ci deve pur essere, non credete?
Bene, è tempo che qualcuno (qualcuno che "sa" e che "può") si faccia avanti e ci dica che cosa è lecito pensare, quali idee sono passibili di violenza "autorizzata" e quali quelle "degne di protezione" da parte di dipendenti dello Stato Italiano, che, detto come vuol detto, siamo tutti noi.
Sino ad allora, esisterà solo quello che abbiamo visto a Pisa e a Trieste: l'offesa, l'odio, il vituperio delle menti.
P.S.: il video in allegato qui sotto, non fa parte della campagna "black lives matters", ma di quella (speriamo esente da manganellate) "All Lives matters", che qualcuno, prima o poi, è bene che lanci.
Marco Bertelli