Tratta dal libro “101 storie Zen”, ecco una storia Zen:
Non si può rubare la luna.“Ryokan, un maestro Zen, viveva in
modo molto semplice in una piccola capanna ai piedi di una montagna.
Una sera un ladro entrò nella sua capanna, solo per scoprire che non
c'era nulla da rubare. Al suo ritorno, Ryokan lo colse sul fatto. <E'
probabile che tu sia venuto da lontano per farmi visita>, disse
all'intruso, <e non dovresti andare via a mani vuote. Ti prego,
come dono accetta i miei vestiti>. Il ladro rimase sbalordito.
Prese i vestiti e scappò via.
Ryokan sedette nudo ad osservare la
luna. <pover'uomo>, pensò, <avrei voluto potergli dare
questa splendida luna>.”
Fine della storia Zen.
Nella prefazione dello stesso libro,
curata da Nyogen Sanzaki e Paul Reps, si legge: “Lo Zen ha molti significati, nessuno
dei quali completamente definibile. Se sono definiti, non sono Zen.”
Dire che si può imparare qualche cosa
di “preciso” in una storia Zen, dunque, è impossibile.Tutti i significati che ciascuno di noi
può trarre da una qualsiasi storia Zen, è al contempo vero e falso,
giusto e sbagliato.
Alla faccia della nostra intelligenza
di uomini e donne che vivono nella società odierna, la più evoluta
e “scientifica” che mai si sia vista da che mondo è mondo!!! Come si permettono questi orientali di
venirci a dire che noi occidentali non possiamo realmente comprendere
qualsiasi significato di qualsiasi insegnamento, per antico o
distante che sia?
Noi occidentali, che già da millenni
dalle Sacre Scritture abbiamo interpretato le più intricate
allegorie, secondo questi orientali non saremmo in grado di risolvere
i loro infantili enigmi: ma scherziamo????
Anche prendendo la storiella che è
fedelmente trascritta all'incipit, per esempio, risulta di una
facilità disarmante svelarne le allegorie.E' chiaro che il personaggio del
maestro Zen altri non è che l'italiano medio, mentre il personaggio
del ladro è l'allegoria dell'uomo politico che entra e riduce il
pover'uomo in mutande. La morale è chiarissima, quindi: l'italiano
medio è sempre sottomesso al politico ladro che lo vessa e lo riduce
in povertà. Il derelitto, con quell'indomito spirito ironico che
contraddistingue l'italico sentire, peraltro rintracciabile in
qualsiasi spettacolo di varietà televisivo, o più frequentemente
nei post dei social network, si rammarica di non potergli dare anche
la luna.
Sì, beh... in effetti qualcosa non
torna in questa interpretazione: s'è mai visto un politico
“sbalordito” per aver sottratto qualcosa? No, in effetti... forse
c'è un significato più preciso nelle allegorie. Forse il ladro, quando entra nella casa
sa benissimo che non c'è nulla da rubare, quindi non entra per
prendersi qualcosa di “materiale”. Infatti è noto che oggi il
governo non fa altro che portarci via le nostre libertà
fondamentali. Ma... allora come mai l'italiano medio gli concede
volentieri quello che cerca, dandogli di buon grado persino i vestiti
(forse in cambio di una mascherina)?
L'italiano medio è davvero così
sottomesso (o scemo, secondo molti)? E poi, cosa c'entra la luna?
Mi sa che, per le allegorie devo
partire da una storia Zen più semplice, non di quelle del libro di
cui sopra; ad esempio, quella che ho sentito per caso in una
trasmissione televisiva di "stand-up comedy", raccontata da una simpatica ragazza
orientale:
Storia Zen (senza titolo):
“C'era una volta, un villaggio
abitato da brave persone. Tutti erano brave persone, tranne uno, che
era cattivo. Un giorno, il cattivo morì.”
Fine della storia Zen.
E anche della nostra, “occidentale”
capacità di capire. 😃
Marco Bertelli
Nessun commento:
Posta un commento