giovedì 8 ottobre 2020

Poesia un po' etica


 

“L'etimologia della parola poesia è da ricollegare al latino pŏēsis dal greco ποίησις, derivato a sua volta da ποιέω = produrre, fare, creare ed, in senso più ampio, comporre. Andando ancora più indietro, si risale alla radice sanscrita pu- che ha appunto il significato di generare, procreare. La poesia è, in altri termini il frutto della creazione artistica che raggiunge vette tanto sublimi quanto riesce a trasfigurare il dolore, la sofferenza, le tragedie in bellezza estetica ed etica.”

Dal sito Etimoitaliano.it


Quando fu assassinato Pier Paolo Pasolini, ormai 45 anni fa, il grande Scrittore Alberto Moravia dichiarò, affranto, durante la sua orazione funebre: “Prima di tutto, abbiamo perso un Poeta, e di Poeti non ce ne sono tanti nel mondo: ne nascono 3 o 4 soltanto in un secolo”.

Sarebbe fin troppo ovvio riconoscere in queste parole la pura verità, se associamo la figura del Poeta a chi le proprie creazioni le imprime sulla carta. Ma credo proprio che questo, oggi, non possiamo proprio più farlo, visto che, stando al ragionamento del celebre scrittore, da quella sua famosa orazione funebre, di Poeti direi che se ne sono visti sempre meno.
Ma la Poesia, quella vera, quella descritta dalla definizione etimologica di cui sopra, non è morta, né può scomparire.
Quindi, dov'è la Poesia oggi, in un mondo senza più Poeti? A questo pensavo mentre mi trovavo nel mezzo della “grande” città nei pressi della quale abito, e subito mi sono proposto di cercarla: non sono sicuro di averla veramente trovata , quindi non prendetemi molto sul serio, vi conviene. Però, ai miei occhi, un certa qual Poesia si è mostrata.

Ho visto la Poesia nei riflessi del Sole dell'umido mattino autunnale, che illuminavano portici di pietre antiche; ho visto quei raggi correre felici, indisturbati dal traffico frenetico sull'asfalto, andandosi a posare, illuminandolo, sul sorriso di un accattone; quasi sentisse, nel tintinnare di poche monete, musiche da una vita futura.

Credo fosse Poesia, anche se il suo poeta forse non lo sa, il furioso ansimare di un corpulento signore che rincorreva uno strapieno veicolo pubblico: quando il lungo autobus, comprensivo, si è arrestato e ha spalancato a lui le capienti viscere, non ho potuto intuire quanto sollievo ci fosse in quel viso nascosto da un decreto, né il sole si è preoccupato di svelarlo, limitandosi a posare solo un piccolo raggio sulla fronte spaziosa, illuminando fuggevolmente piccolissime poetiche gocce di sudore.

E' un bell'ardire scorgere Poesia quando un fedele, seduto in completa solitudine su una panca in una cattedrale vede avvicinarsi (ma non troppo) una suora, munita di credenziali vaticane, che gli spiega che in principio sì, era il Verbo, ma oggi, in ossequio alla Grande Madre Scienza, una strana divinità ha deciso che il Verbo va coperto, pena l'esclusione da quella “casa”, che ora, evidentemente, appartiene a un dio sottomesso.

In effetti, è molto più Poetico il sorriso, illuminato dal sole, di quel fedele, che trova in quella costrizione un consiglio per poter trovare il Divino altrove, dove non si tenta di sottometterlo.

Però, anche nella scienza moderna c'è senza dubbio molta Poesia: ce ne si accorge vedendo come si accaniscono l'uno contro l'altro due sostenitori di opposte correnti di pensiero: facili, di questi tempi, trovarli in qualsiasi civile consesso.

Il primo sostiene che la verità è nell'anidride carbonica, che va respirata a pieni polmoni, aiutandosi in questo da provvidenziali apparati, di recente introduzione nel commercio, che impediscono che ciò che l'organismo umano scarta tramite l'espirazione venga disperso nell'ambiente, ma proprio grazie a questo manufatto, detto “mascherina”, venga invece reintrodotto nell'organismo: la scienza farmaceutica, secondo questa corrente di pensiero, non può difettare di altruismo. 
Per contro, l'altro, contraddice tale tesi, sostenendo che, al contrario, la verità sta nell'aria che si respira nell'ambiente, e che tali “mascherine” sono dannose perchè impediscono all'ossigeno di fluire nell'organismo, e si sa, l'ossigeno di oggi, pieno all'inverosimile delle polveri sottili delle città moderne è un toccasana per la nostra sacra salute.
Entrambi questi avversari sono talmente sicuri e fieri delle proprie idee e delle proprie certezze che arrivano ad odiare talmente i loro rispettivi oppositori, da passare le proprie giornate a trovare motivi per danneggiare l'altro, al punto di desiderarne l'annientamento totale. 
Ne ho visti due, per strada, accapigliarsi solo a parole, in rispetto alle distanze stabilite per decreto: questo provocava in loro un senso di impotenza, di odio sempre crescente: li ho visti cadere a terra, l'uno per aver respirato troppe polveri sottili, l'altro per aver smesso del tutto di respirare. E' stato davvero Poetico vederli cadere a terra e rimbalzare, come palloni da basket: palleggiati da giocatori senza maschera e senza volto, e scaraventati infine a canestro.
 
Poeti, forse, non ne stanno nascendo più, come sosteneva Moravia, ma quanta Poesia c'è intorno a noi. Specialmente dove non si sospetta che ci sia.


Marco Bertelli 


P.S.: quanta Poesia nella Musica



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