sabato 22 luglio 2023

"IGNAVO CHI METTE IL LIKE E CONDIVIDE" (Caio Giulio Cesare - "De bello gallico" - I sec. a.C.)

 

 
 
Già nel gennaio scorso, il pessimo ministro Sangiuliano l'aveva sparata grossa riguardo al Sommo Poeta, definendolo l'ispiratore del pensiero "di destra" (senza per altro spiegare cosa voglia dire "di destra"); e a poco valsero i vari "inviti alla prudenza di giudizio" e "dietro front" di alcuni meglio istruiti intellettuali della sua stessa sponda politica (ammesso che attualmente esistano in parlamento altre sponde).
Oggi, però, mi sembra che si cominci ad esagerare.
Passino le sparate propagandistiche e un tantino "superficiali" (generosissimo eufemismo) di qualcuno assetato di consensi, ma sconvolgere, mistificare, falsificare e offendere il Pensiero e l'Opera del Sommo Padre, questo proprio NO!!!
La foto qui sotto, che pare essere tratta da una delle famosissime illustrazioni di Gustave Doré, è ormai diventato su fb un "meme" (si dice così): un "meme" tossico, aggiungerei io, contenente velenosissime falsità. Questi ne sono i principali motivi:
- La frase tra virgolette ("l'angolo più oscuro dell'inferno.." ecc.) non è mai stata pronunciata da Dante (se mi si deve smentire mi si citino le fonti reali) e di sicuro non possono far parte (come invece cita falsamente l'autore di questa idiozia) della Divina Commedia, Poema che, lo sappia chi ha virgolettato le suddette scempiaggini, è composto da un totale di 14233 endecasillabi rigorosamente in rima.
- Chi sono gli "ignavi"? Non certo quelli che giacciono a terra nel ritratto usato nel "meme" ( che somiglierebbero di più agli appartenenti al limbo nel IV canto). Dante li ritrae così:
"E io, che riguardai, vidi una 'nsegna
che girando correva tanto ratta,
che d'ogne posa mi parea indegna;
e dietro le venìa sì lunga tratta
di gente ch'io non averei creduto
che morte tanta n'avesse disfatta." - Inferno III (52/57)
Gli ignavi, come dice chiaramente Dante, sono i moltissimi che corrono dietro a quell'insegna che carpisce la loro "assente volontà" e che li mena in giro ovunque, senza meta. Gli ignavi, in pratica, sono quelli che credono a tutto quello che dicono gli altri senza chiedersi perchè e senza sapere dove vengono portati.
Il simbolismo dell'insegna è comprensibile facilmente, se riportato ai giorni nostri, vedendo quanti seguono "la 'nsegna" che menano in giro i vari mass-media, social network e politici da quattro soldi che credono che Dante sia "di destra", quando studiosi ben più istruiti di loro, già nei secoli scorsi, definivano Dante "Rivoluzionario, eretico e socialista" ( leggasi Aroux e Rossetti, quest'ultimo contribuì al Risorgimento e quindi alla nascita dell'Italia, dove oggi indegni ministri infangano il di lui pensiero).
Falsificare, mistificare, offendere; questo sembra il compito di chi "produce" questi "meme" assurdi.
"Cui prodest?" direbbero i latini.
A chi giova che venga diffusa l'ignoranza, la falsità, la facile stupidità?
A chi giova fare sì che le menti si appiattiscano, che le persone accettino una qualsiasi frase virgolettata come "vera" senza chiedersi se lo è veramente?
Ma, soprattutto, perchè ci sono sempre più ignavi che corrono dietro a queste "insegne" senza chiedersi dove accidenti vanno?
Io dico che i tre anni scorsi forniscono parecchie risposte a queste banali domande, ma vedendo il continuo moltiplicarsi di ignavi e da buon mantovano, come Virgilio, Maestro di Dante, non posso far altro che pensare
"Fama di loro il mondo esser non lassa,
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa."
Il Sommo Poeta Inferno III (49/51)
 
P.S.: Se fosse vera la citazione del meme, sarebbe verissima anche la citazione che ho messo nel titolo 

Marco Bertelli 
 
 

 

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